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Un aiuto cuoco per i ragazzi di via Fiamma
02 Agosto 2010 | Andrea Brizzolari
Oggi vogliamo raccontare una piccola ma bella storia. Lo facciamo per cercare di spiegare il senso profondo del nostro lavoro, che in ultima analisi può essere spiegato con l’impegno costante di produrre occasioni di socialità.I protagonisti di questa storia.
Silvia un’operatrice del Sead (Servizo educativo adolescenti in difficoltà) del Comune di Milano.
Un ragazzo di 16 anni, che per motivi di privacy chiameremo Mario.
Simona Muzzetta, coordinatrice della residenza di via Fiamma e gli operatori della cooperativa Il Fontanile.
Le persone con disabilità che vivono nella residenza di via Fiamma a Milano.
La storia è molto semplice ma potente nella sua semplicità. Mario ha 16 anni e frequenta una scuola alberghiera. Mario è in carico al SEAD perchè sottoposto a un procedimento penale . Il giudice del Tribunale dei Minori ha prescritto per il ragazzo un percorso educativo, attraverso un tirocinio di utilità sociale. Nel linguaggio dei servizi si definiscono queste misure con il termine di messa alla prova.
Silvia, operatrice del SEAD, ci contatta per proporci di collaborare al progetto di messa alla prova di Mario.
Ci incontriamo con Silvia, ci confrontiamo, conosciamo il ragazzo e insieme decidiamo di aprire le porte della nostra residenza di via Fiamma a Mario, proponendogli di darci una mano nelle attività di preparazione della cena per i nostri 7 inquilini dell’appartamento di via Fiamma.
E iniziamo.
A distanza di qualche mese possiamo dire che tutto sta procedendo bene. Mario si è dimostrato molto sveglio e sensibile.
Ha, fin da subito, instaurato un ottimo rapporto con i nostri ragazzi, e si è approcciato al contesto
con sensibilità e rispetto. Il primo giorno ha partecipato alla riunione coi ragazzi, riunione di benvenuto, che ha apprezzato moltissimo. In quell’occasione ha comunicato a tutti le date in cui ci sarebbe stato e ha spiegato che, in caso di assenza, si sarebbe premurato di avvertirli.
Abbiamo, inoltre, appeso un calendario con le date, che i ragazzi possono guardare ogni volta che vogliono.
Spesso, anche gli operatori lo guardano.
Mario non si limita a cucinare ma sceglie il menù e, insieme ai nostri ragazzi, va a fare la spesa.
Questo la fa sentire utile ma non solo, gli affidiamo una piccola somma di denaro e questo lo rende
cosciente di quanto ci fidiamo di lui.
Lunedì scorso, inoltre, in occasione della cena organizzata per il gruppo di ragazzi che partirà per le vacanze,
ha preparato un ricco menù per 20 persone e la cena è finita con un lungo applauso al cuoco.
Ora il periodo di messa alla prova è terminato ma Mario ci ha comunicato di voler continuare l’esperienza, proponendoci di venire da noi alla domenica.
Per un ragazzo di 16 anni crediamo sia un bellissimo gesto di disponibilità. Cosa dire di più?
Il nostro volontario cuoco si è rivelato una risorsa, un aiuto concreto. Ha saputo gestire anche situazioni delicate con i nostri ragazzzi.
Eco appunto una piccola ma bella storia. Scritta da Mario. Noi adulti abbiamo solo messo a disposizione il contesto.