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Intervista a Monica Villa, l’assistente sociale di Cascina Biblioteca
19 Maggio 2016 | Valentina Mari
Dal 2009 Cascina Biblioteca ha tra il suo staff una figura molto importante, quella dell’assistente sociale interna della cooperativa.
Monica Villa svolge questo ruolo con grandissima passione e competenza.
Ecco una breve intervista a Monica, per capire meglio in cosa consiste il suo lavoro.
Monica, come potresti descrivere il tuo ruolo all’interno della Cooperativa?
Si tratta sicuramente di un ruolo trasversale. Noi siamo state tra le prime cooperative ad avere un’assistente sociale interna e tutt’ora non ce ne sono tante in giro.
L’assistente sociale della cooperativa fa un lavoro diverso rispetto all’assistente sociale che lavora per gli enti pubblici. Presso gli enti pubblici è il riferimento della famiglia per trovare servizi che rispondano a bisogni (ad esempio interventi domiciliari, contributi economici per le famiglie indigenti, servizi specifici per persone con disabilità…)
Il mio ruolo nella cooperativa è quello di essere un raccordo tra la cooperativa e il territorio: un punto di riferimento per le famiglie che si avvicinano alla cooperativa e allo stesso tempo la figura che cerca di sondare le connessioni che si possono creare col territorio stesso.
Cioè? Puoi spiegarci meglio?
Io mi occupo di indirizzare le famiglie che hanno bisogno di informazioni per quello che riguarda i nostri servizi, ma anche, più in generale, di offrire chiarificazioni su quali possibilità ci siano per le persone con fragilità. Si tratta di una forma di segretariato sociale, per rispondere alle persone che chiedono informazioni su chi siamo, sui servizi della cooperativa, sulle varie possibilità che possono avere per rispondere ai loro bisogni.
Questo sportello di segretariato sociale esiste ormai da 4 anni! Il contatto che le famiglie hanno con me è nella maggior parte dei casi il primo incontro ufficiale con la cooperativa: diciamo che io mi occupo di accogliere le famiglie per poterle indirizzare al meglio.
Mi occupo anche di fornire spiegazioni sulle procedure proprie dei servizi pubblici, aiutando le famiglie a districarsi da un punto di vista operativo e rimanendo sempre aggiornata sui cambiamenti in atto (servizi, settori, riferimenti, politiche sociali…). Cerco di rispondere sempre con chiarezza e in tempi brevi per spiegare strade, procedure, modalità di azione.
Inoltre, insieme ai coordinatori dei servizi interni a Cascina Biblioteca, mantengo vive le relazioni e i rapporti con il territorio.
Un altro aspetto fondamentale del mio lavoro è quello di osservare i cambiamenti sociali in atto; rimanere aggiornata a livello normativo è lo strumento tecnico fondamentale per il lavoro sociale; incontrare le persone ci permette di percepire le ripercussioni che i cambiamenti della società hanno nella vita reale, e quindi possiamo focalizzare al meglio le offerte presenti e immaginare quelle future.
Ah dimenticavo, sono anche la referente di Cascina Biblioteca del Polo Est Milano, un’associazione spontanea di Enti Gestori, associazioni di volontariato, scuole, genitori che, a vario titolo, si occupano di disabilità. I poli sulla disabilità sono stati riconosciuti con delibera dai consigli di zona 1 e 3 del Comune di Milano. Servono per condividere pensieri per andare a immaginare progetti e servizi futuri.
Nel 2015 è stata organizzata una giornata di info-formazione per i genitori di ragazzi con disabilità per mostrare le possibilità che ci sono, una volta terminato il percorso scolastico.
Questo per quanto riguarda le famiglie e il territorio…ma hai anche dei compiti specifici in relazione alle attività interne?
Diciamo che posso essere un supporto per tutti i coordinatori della cooperativa per portare la mia competenza specifica all’interno dei vari servizi (ad esempio offro un parere tecnico su aspetti legati all’invalidità civile, sul tema della tutela giuridica..)
Inoltre faccio spesso parte di gruppi di lavoro che si formano per la partenza di nuovi progetti (come è stato per l’apertura del CDD Autismo, per il progetto del Cenobio di Molino San Gregorio, per l’avviamento del progetto di servizi domiciliari e per l’apertura delle nuove residenze per persone con fragilità a Greco). In questi contesti mi occupo insieme all’ équipe di progettazione, studio di fattibilità, avviamento…
Come vedi il tuo lavoro all’interno della cooperativa?
Se dovessi pensare a un’immagine che possa rappresentare la mia professione mi verrebbe da dire che l’assistente sociale di cooperativa è come un elastico: c’è quando c’è bisogno (elastico teso: quando arriva una famiglia,quando c’è da dare qualche informazione, quando c’è da seguire qualcuno) e poi sa fare un passo indietro (elastico che si accorcia, quando il caso passa ai coordinatori del servizio specifico).
Mi vedo come una figura molto trasversale e so che per poterlo fare devo saper lavorare con gli altri ed essere sempre pronta a collaborare, che è un po’ lo spirito generale del lavoro nella nostra cooperativa.
E’ faticoso…però è molto bello e dà soddisfazione!
Perché hai scelto questo lavoro?
Io inizialmente avevo scelto di studiare giurisprudenza con il sogno di diventare giudice tutelare per i minori. Poi ho cambiato e ho preso la aurea in servizi sociali…ho finito l’università in un attimo! Mi piaceva proprio l’idea di poter svolgere una professione dell’aiuto, dove il rapporto umano fosse al centro.
E’ un lavoro pesante…si incontrano storie anche difficili…ma poi le gratificazioni sono molte!
E poi alla sera, per straccare, leggo libri fantasy o Topolino!!
Un’ultima domanda: ci racconti una di queste soddisfazioni?
Si…mi ricordo una volta che al termine di un colloquio di segretariato sociale, mentre facevo visitare uno dei nostri servizi a una famiglia, una signora mi ha detto “Qui si respira proprio aria di casa!”
E’ stata proprio una gran soddisfazione perché questo è uno dei punti cardine della cooperativa, e io sono riuscita a trasmetterlo.