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Il falò di S. Antonio – edizione 2018
06 Febbraio 2018 | Valentina Mari
Per il mondo contadino il falò di Sant’Antonio non è una festa, è La festa. Rito propiziatorio in cui il fuoco purifica e al tempo stesso fertilizza (tramite la cenere), ma soprattutto rito civile in cui gli abitanti delle cascine vicine si riuniscono al culmine dell’inverno -quando il morso del freddo è più forte ma al tempo stesso si comincia a sentire vicina la primavera- per dirsi l’un l’altro “coraggio, ce l’abbiamo fatta, anche quest’anno ne siamo usciti”.
Questo rito nella Grangia di San Gregorio si è ripetuto sempre uguale per secoli.
Poi però qualcosa è cambiato. La città che avanza, le cascine che si spopolano, l’inverno che fa sempre meno paura…
L’ultimo falò lo ha acceso il Signor Bossi, nostro vicino e unico contadino rimasto in zona 3, sedici anni fa. Intorno al fuoco pochi intimi. Qualcuno da fuori vede le fiamme, si spaventa, chiama i pompieri che arrivano minacciosi. E’ un segno dei tempi, nella notte del Santo i bagliori non significano più festa ma allarme.
Anche il Signor Bossi lancia il suo grido di resa.
Sotto la cenere però la brace rimane viva a lungo, e deve essere stato il vento a portarne una scintilla in Cascina Biblioteca; fatto sta che inconsapevolmente – ma non casualmente- proprio l’anno dopo decidemmo di accendere il nostro primo falò. Pensavamo solo di rilanciare una vecchia tradizione, non sapevamo di stare raccogliendo il testimone di una staffetta partita secoli fa.
Da quel lontano 2003 molti falò sono stati accesi in Cascina Biblioteca. Per la nostra cooperativa è un momento di festa, ma non solo!
E’ l’occasione per aprire le porte, per accogliere dentro l’aia centinaia di persone e per donare…polenta e vin brulé ma anche la gioia di condividere la magia dell’accensione di quel fuoco.
Dopo quindici anni la macchina che conduce all’organizzazione del falò è perfettamente rodata e in quindici anni non si è mai spento l’entusiasmo che porta tutti gli organizzatori a prestare il proprio servizio a titolo totalmente volontaristico.
Un po’ di numeri per l’edizione 2018:
6 paioli che hanno prodotto circa 250 kg di polenta, 190 litri di vin brulé, 340 panini con salame, coppa, prosciutto e formaggio, 30 panettoni, musica fino alle 2 del mattino, balli e tanta allegria portata e condivisa da più di 1000 persone.
Le macchine erano parcheggiate ovunque, anche nella porzione di parco antistante la cascina, sottraendola alle malsane frequentazioni che tutti i giorni vive quel pezzo di parco: forse le ceneri del falò non rendono più fertile solo la terra contadina…
Ancora una volta la tradizione si è rinnovata e ancora una volta non possiamo che dare l’appuntamento al prossimo anno..con polenta e vin brulé fin che ghe n’è!
Francesco Allemano – Presidente della Cooperativa Cascina Biblioteca