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Quando a parlare è l’ambiente: il CDD Ferraris Autismo
18 Giugno 2018 | Giulia Donelli
Questa è la mia storia.
Una storia fuori dall’ordinario. Come molte altre qui in Cascina Biblioteca, perché è soprattutto dello “straordinario” che si occupano qui.
Anche io me ne occupo, in qualche modo. Qui mi hanno messo. Non credevo di esserne in grado, invece: sono nato per questo!
Sono arrivato in Cascina Biblioteca da qualche anno. Era precisamente il 29 luglio 2013. Ricordo il mio primo giorno come se fosse ieri.
Arrivai presto, quella mattina. Mi guardavo intorno, tutto era nuovo per me: l’ambiente, le facce, gli occhi che… non mi guardavano negli occhi. Sfuggivano il mio sguardo, per poi osservarmi quando ero meno attento. Mi ci sono abituato presto.
Per prima cosa, ho imparato a preparare il caffè per i miei operatori (una moka piccola, erano solo 3 in quel periodo). Il caffè è un momento di condivisione per loro, di confronto, di distrazione.
Come secondo compito, ho imparato a gestire e sistemare le agende per i miei primi 3 compagni di viaggio, 2 ragazzi e una ragazza.
Una mattina, alle 9.00, puntuale come sempre, ho aperto loro le porte. E da quel momento la mia vita è cambiata.
Il mio unico obiettivo, giorno dopo giorno, è farli sentire come se fossero a casa loro. Da quella volta, ancora oggi, arrivo presto al lavoro e comincia la solita routine. Ma quando preparo il caffè, la moka è grande adesso, molto più grande: gli operatori sono diventati 13 e i miei compagni di viaggio sono ben 27, 5 ragazze e 21 ragazzi. Fortuna che non tutti bevono il caffè, o dovrei passare tutta la giornata in cucina!
Alle 9.00 faccio accomodare tutti in sala e mi organizzo: per la giornata posso aver preparato uscite nel quartiere, attività motorie, laboratori pittorici e manuali. Una volta a settimana, concedo una stanza in affitto gratuito a un’arte-terapeuta che insegna delle tecniche di pittura molto divertenti. Talvolta accolgo volontari che propongono a tutti bellissime attività, dal laboratorio di cucina a quello di acquerello. E poi c’è spesso in visita un’osteopata, molto amata e apprezzata.
Sono un lavoratore attento e preciso, io: se si tratta di trasformare i momenti senza attività, quelli più statici, in momenti ugualmente interessanti e confortevoli, ho sempre due alternative. Posso preparare supporti visivi che aiutano a divertire, oppure posso ripulirmi di qualunque stimolo e offrire serenità, calma e benessere attraverso il silenzio o la semplice compagnia delle persone (“troppi stimoli non sempre fanno bene”, riferiscono i capi).
Fuori, parcheggiato, ho sempre un pulmino pronto a partire per mete divertenti e, soprattutto, utili a tenersi in forma, a scoprire e a darsi da fare, vincendo la pigrizia. Un giorno il pulmino parte per il maneggio dei cavalli, un altro per la piscina MilanoSport, un altro per l’Accadueó Club 2 di via Rucellai, poi per l’Esselunga di via Suzzani e ancora per i parchi della città. A volte si spinge verso mete più lontane e allora sì che è un’avventura da grandi: una settimana intera, a volte al mare a volte in montagna per le olimpiadi invernali, altre volte ancora, sul lago di Garda.
Insomma, ogni giorno mi prendo cura di tutti e questo è il mio lavoro, questa è la mia storia: sempre diversa, perché le persone non la rendono mai uguale a quella precedente. Tutte le persone. E questo è il bello di lavorare con loro.
Per chi lavora con me è molto importante che a parlare siano gli ambienti che vedono, vivono e che ogni giorno accompagnano i nuovi arrivati in un percorso di crescita delle autonomie e delle competenze sociali.
Non sempre riesco a fare tutto quello che vorrei fare per raggiungere questi obiettivi, purtroppo, ma quello che so fare dal 2013 e che continuerò a fare in futuro è aprire le porte con il cuore e il sorriso, accogliendo e stimolando la partecipazione, la scelta, l’autodeterminazione di chi vorrà entrare.
Firmato:
Per informazioni:
igino.zizzi@cascinabiblioteca.it