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Capitolo IV: LA PERSONA AL CENTRO – Gli occhi di Laura

11 Settembre 2018 | Giulia Donelli

“Io e l’altro: l’incontro di unicità irripetibili” traduce in slogan il significato di uno dei valori portanti di Cascina Biblioteca: quello della Persona al Centro.

Laura Balzarotti lavora in Cascina da undici anni: undici, come gli undici valori su cui si fonda la cooperativa. Per Laura, che si occupa dell’amministrazione qui in Cascina, straordinario e ordinario sono parole che si riferiscono a qualcosa di ben preciso, ogni giorno, come le spese ordinarie e straordinarie dei budget che deve controllare o le riunioni previste e quelle improvvise. Ma quando le chiedo che tipo di rapporto ha con il mondo straordinario che rappresenta Cascina, Laura mi indica le persone che la vivono ogni giorno. “Quello è lo straordinario, per me.”

Per questo, tra tutti i valori della nostra Mission, Laura, per raccontarsi, sceglie quello della persona al centro. E ci spiega come è avvenuto e come avviene ogni giorno il suo incontro con l’altro e con le unicità irripetibili che rendono speciale la sua quotidianità.

“Facevo la volontaria presso un’associazione che proponeva un servizio di Tempo Libero e animazione a Magenta, un paese fuori Milano vicino a quello in cui abito io. All’epoca, quando c’era bisogno, noi volontari ci svegliavamo alle 5.00 di mattina e andavamo al mercato a vendere le nostre cose per finanziare l’associazione e le attività di Tempo Libero proposte. Quel momento, come molti altri, mi rendevano davvero felice. Per tantissimi anni ho scelto di essere volontaria e, probabilmente, ho scoperto così il valore che aveva per me l’incontro con il prossimo. 

Per questo, come professione, mi sarebbe piaciuto unire quello che sapevo fare con quello che mi rendeva così felice, che, in effetti, era quello che avrei voluto fare davvero.

Ora, quello che so fare davvero, la contabilità, di per sé potrei farla ovunque, anche vicino a casa – mia madre trova ancora il tempo di propormi delle occasioni in zona…- ma io ho scelto di farlo qui. Perché il lavoro è quasi una scusa per esserci e frequentare un posto che si è rivelato essere quello giusto per me.

Ricordo che nel 2007 feci un colloquio di venerdì, per il posto di lavoro come contabile e il lunedì stesso iniziai, affiancando la persona che solo una settimana dopo ho sostituito. Quello che era un periodo di cambiamento per me, lo era anche per Il Fontanile: c’erano soltanto Ca’ Casoria come residenza, il Cdd Ferraris come centro diurno e il vecchio servizio di Tempo Libero: questi i servizi che ci sono ancora oggi (poi c’era anche la versione precedente dell’attuale CSE). La contabilità era gestita dal Consorzio Sir e la residenza di Combriccola aveva appena aperto le porte, nemmeno un mese prima.  L’arrivo di nuovi abitanti in Cascina corrispondeva al mio arrivo in Cascina. Questo nostro “insediamento” tutti insieme in un nuovo ambiente mi fece presto capire che, sì, quel posto era molto bello, verde, animali, ma che eravamo soprattutto noi, le persone a renderlo così straordinario.

Combriccola è nata insieme a me, per questo, se ci penso, la prima immagine che associo a Cascina Biblioteca è la residenza di Combriccola. Allora tutte le mattine alle 7 andavo a fare colazione su da loro prima di lavorare in ufficio e tutte le sere andavo a salutarli prima di tornare a casa. Loro mi hanno insegnato, senza saperlo, a portare lo straordinario nel quotidiano, a portarlo e a trovarlo e a conviverci. E da allora, faccio fatica a farne a meno.

Ogni giorno, qualcuno entra in ufficio, bevendo il caffè e mi racconta i fatti suoi, come se niente fosse, mentre io sono al computer. Ogni giorno Andrea Bertini telefona in ufficio per avvisare che ha preso l’autobus e sta arrivando. Ogni natale, Piero Borina mi telefona alle 9 di mattina per farmi gli auguri, e in settimana, quando ha bisogno di aiuto su in casa, al piano di sopra, mi chiama, come un’amica o una di famiglia, non importa se sto lavorando. E io, come molti altri che lavorano qui, trovo il modo di assorbire e integrare tutto quello che è stravagante, imprevedibile, sincero e puro, nella mia vita, ogni giorno.

Vado a cena con i genitori di uno dei ragazzi che frequentano il CSE perché mi stanno simpatici e, a volte, il figlio non viene con noi, ma loro mi raccontano le sue avventure, uniche e irripetibili. 

Durante l’estate, non passa quasi nessuno in ufficio e mi sento un po’ insofferente, così spesso vado in vacanza con il gruppo del Tempo Libero in Giro di Cascina, per non perdere le buone abitudini, di cui ho ormai un bisogno “fisiologico”.” 

Laura è sicuramente una delle persone più straordinarie che vive Cascina Biblioteca, lo sappiamo tutti: lei ha scelto questo luogo, andando oltre i limiti geografici che lo costituiscono, perché qui ha trovato un pezzo di sé, il suo stesso valore.

Le chiedo se Cascina fosse un cartone animato che cosa le viene in mente. “Occhi di Gatto. Non so perché.” Risponde, con la sua spontaneità. “Forse perché erano ladre a fin di bene e forse perché tutti dovrebbero essere un po’ ladri nei confronti di Cascina e rubare da qui gli esempi di valore, di umanità e di solidarietà che sono sotto i nostri occhi e le nostre mani ogni giorno”.

Laura non era tanto convinta di volere quest’intervista, ma poi si è aperta e ha lasciato emergere tutta la sua grandezza d’animo. Così ora possiamo vedere con i suoi occhi lo straordinario che è nelle persone che costituiscono la nostra cooperativa.

Grazie Laura!

NB: Gli undici valori di Cascina Biblioteca li abbiamo raccontati anche attraverso video-storie.

Le trovate raccolte qui:

https://cascinabiblioteca.it/2018/05/26/cascina-biblioteca-si-racconta-attraverso-i-suoi-valori/