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Svedesi in visita!
14 Marzo 2018 | Valentina Mari
Caterina Costagliola, responsabile del settore residenzialità della cooperativa, racconta di come la visita di una cooperativa svedese abbia tirato fuori il meglio dalla nostra Cooperativa.
“Tempo fa sono stata contattata su Facebook dal presidente di una cooperativa Svedese che voleva venire in visita da noi per vedere come erano organizzate le cose in Italia.
Mi è sembrata un’occasione interessante di confronto e scambio e quindi mi sono presa in carico l’organizzazione di questa visita, coinvolgendo dapprima il CDA e poi tutti i servizi della Cooperativa.
La Cooperativa Svedese si chiama Industrihuset: si occupa, come noi, di disabilità, e nello specifico di servizi diurni, residenziali, attività di tempo libero e inserimenti lavorativi.
Da qualche anno hanno deciso di investire tempo e risorse nella propria formazione, recandosi presso altre cooperative europee per studiare i diversi contesti e le soluzioni differenti che vengono portate avanti nei vari paesi; negli scorsi anni sono stati in Spagna, Portogallo, Germania, Inghilterra.
Quest’anno era l’anno dell’Italia e noi di Cascina Biblioteca siamo stati i “prescelti”.
Mi sentivo una gran responsabilità a dover organizzare per loro un intero week end, che fosse ricco, stimolante, interessante ma al tempo stesso piacevole e rilassato.
Coinvolgere nell’organizzazione tutti i servizi della Cooperativa mi è sembrata la sola scelta naturale che si potesse fare, per permettere a ciascuno di raccontarsi e trasmettere la loro essenza e specificità.
Ho pensato a un programma “serrato” dove gli amici svedesi potessero toccare con mano tutte le varie sfaccettature della nostra cooperativa…e inizialmente ero solo concentrata che tutto filasse liscio e che potessi far vedere loro più cose possibili.
Quindi ecco la tabella di marcia:
- Venerdì: accoglienza per pranzo in mensa, visita al CSE – Centro Socio Educativo, visita allo SFA -Servizio Formazione Autonomia e cena in Combriccola, una delle nostre residenze
- Sabato: mattinata di svago, pomeriggio istituzionale di presentazione ufficiale della nostra cooperativa e poi liberi tutti per cena.
- Domenica: visita agli orti, pranzo al Vagone, pomeriggio col Tempo Libero, cena al Ristorante Didattico.
Serrata e ricca. E’ stato fatto tutto ed è filato tutto liscio come l’olio.
Ma quando ho messo da parte la tensione per l’organizzazione (cioè appena il gruppetto di svedesi è arrivato in cascina e si è subito creato un bel clima di confronto e condivisione) ho guardato il tutto sotto una nuova prospettiva.
Quanta bellezza nell’impegno che i servizi ci hanno messo per organizzare per gli svedesi attività interessanti!
Il Cse, ad esempio, ha organizzato una dimostrazione della propria giornata tipo, lo Sfa ha preparato una presentazione per raccontarsi attraverso le immagini, il tempo libero ha coinvolto tutti in un rilassante massaggio, il pranzo al vagone e le cene sono stati impeccabili…
E poi per tutto il week end sono state presenti tante persone della cooperativa: operatori, volontari, coordinatori, responsabili, direttore, presidente…
Tutti erano mossi da un unico obiettivo: accogliere e trasmettere il bello di una cosa in cui si crede.
E’ come se fosse stata messa in moto una macchina piena di ingranaggi che hanno girato alla perfezione: ciascuno ci ha messo del suo, ciascuno ha dato il proprio contributo, attivando risorse, condividendo idee, o anche soltanto partecipando e dando valore al momento con la propria presenza.
Mi viene quasi da dire che per la nostra cooperativa la visita degli svedesi è stata una sorta di momento di “team building” inconsapevole…ognuno ha fatto in modo di esserci e nel farlo si è trovato spalla a spalla con tutti gli altri. Vivere e respirare questo scambio e questo spirito di accoglienza per me è stato bellissimo.
Non solo perché ciò ha permesso che tutto filasse senza intoppi, ma proprio e soprattutto per il senso di appartenenza e di collaborazione trasversale che ha pervaso la nostra Cooperativa.
Ciò che ci portiamo a casa è il senso di ricchezza che questa esperienza ci ha lasciato, una ricchezza fatta di una moneta che non si tocca ma che per la cooperativa ha un gran valore.”