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Invecchiare Oggi

23 Aprile 2018 | Monica Villa

Ce lo dicono numerose ricerche: nei prossimi anni, gli anziani saranno sempre di più. Le nostre città invecchiano, il Bel Paese invecchia. In aumento anche l’aspettativa di vita, nel 2050, infatti, si stima che la speranza di vita alla nascita sarà di 88,8 anni per le donne e di 83,6 anni per gli uomini. E’ importante considerare anche l’indice di vecchiaia: oggi è di 151,4 e nel 2050 si stima sarà di ben 264. Questo vuol dire che, ogni 100 under 15, ci saranno 264 over 65.

E’ un fenomeno statistico e sociale che ha posto le basi per un nuovo approccio alla Terza Età. Allora cosa si intende oggi per Terza Età?

Innanzitutto, come ci ricorda lo studio “Abitare Leggero” (fondazione Cariplo – 2014 – a cura di F. Giunco), la vecchiaia non è una malattia o un incidente, ma una normale stagione della vita. In questo senso la vecchiaia va conosciuta e compresa. Oggi, sempre di più, essa rappresenta un’età della vita potenzialmente accessibile a tutti. Comprendere la Terza Età significa  uscire dalla visione dell’anziano dipendente considerandolo invece protagonista attivo della sua fase di vita. Con il termine invecchiamento attivo si vuole indicare proprio la “bussola” teorica  che sta guidando la nascita di nuove proposte per la persona anziana che, superano il semplice concetto di malattia, difficoltà, assistenza,  per introdurre una “cultura dell’invecchiamento”.  

Leggendo il Documento “Invecchiamento Attivo, una strategia per il prossimo triennio” – Comune di Milano – Direzione Politiche Sociali – Area Residenzialità  – 2018, le azioni  sulla base delle quali andare a costruire una nuova  progettualità sono: 

  • garantire una più lunga permanenza  dell’anziano nel proprio ambiente di vita e nella propria famiglia come valore aggiunto;
  • recuperare l’anziano come risorsa per la società, allontanando così il momento della perdita dell’autosufficienza e dell’ inserimento in RSA.

E allora, perchè non realizzare dei progetti a favore degli anziani, che magari possano coinvolgere anche le generazioni più giovani? Pensiamo di quante risorse sono dotati i “nostri” nonni, e quanto valore hanno in quel welfare familiare che rappresenta un pilastro della cultura e della società italiana. Le proposte già attive sono molteplici: dai “nonni civici” che prestano servizio davanti alle scuole primarie per aiutare i bambini nell’attraversare la strada, a situazioni di domiciliarità di gruppo all’interno delle quali si sviluppano attività ludico/ricreative, gite e feste; a Foggia, vi è un ristorante in cui nonni e studenti cucinano fianco a fianco, un progetto di ristorazione alternativa che mira a valorizzare i piatti della tradizione locale. Qui i “nonni” appassionati di cucina e studenti dell’alberghiero sperimentano la solidarietà intergenerazionale ai fornelli. Si così crea sviluppo economico attraverso la rivalutazione del passato, la condivisione del presente e la prefigurazione del futuro. Ma anche il Progetto “nonni in prestito”, in provincia di Bolzano, dove gli anziani, in forma volontaria prestano il loro tempo alle famiglie a favore di bambini e ragazzi. A Piacenza, invece, bambini e anziani passano la giornata insieme, nella stessa struttura, che ospita sia un nido per l’infanzia sia una casa di riposo che un centro diurno. In questo centro tutte le attività diventano momenti di vita in comune. A Borgo Panigale possiamo trovare un vero e proprio villaggio dedicato, qui il connubio tra giovani ed anziani garantisce una vecchiaia serena, lontana dalla solitudine. Queste non sono che alcune sommarie descrizioni di progettualità ad oggi avviate in Italia, attraverso cui si è giunti anche alla progettazione di vere e proprie case dedicate a chi sperimenta la Terza Età.

Recentissima in merito, la delibera di Regione Lombardia (del. X/7776/18) che istituisce la nuova unità d’offerta sociale dedicata alle persona anziane: una casa e non una RSA.

Seguendo questa linea Cascina Biblioteca sta ideando nuove ed interessanti proposte.